Il tycoon statunitense, nel bel mezzo di un comizio elettorale in South Carolina, ha affermato che, qualora la Russia dovesse allargare il conflitto all’Europa, lui stesso la inviterebbe a fare “ciò che vuole” se il paese in questione non dedica il 2% della propria spesa pubblica alla difesa.
Il tema del contributo militare dei partner europei non è di certo nuovo. Infatti, secondo quanto riportato in due vertici del 2014 e 2016 dell’organizzazione del Nord Atlantico, ad ogni stato membro viene imposto un target di spesa pubblica del 2% del PIL per la difesa, ma, nonostante ciò, non tutti i paesi si sono mai spinti a questa determinata cifra.
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha comunicato che 18 Stati membri dell’Alleanza atlantica si impegneranno a destinare il 2% del loro PIL per la difesa entro il 2024. Questo comporterà un investimento senza precedenti da parte degli Stati europei, che ammonta a 380 miliardi di dollari, equivalente al 2% del loro PIL combinato. L’aumento segue una tendenza già in atto, poiché nel 2023 gli Stati europei e il Canada hanno registrato un incremento delle spese militari dell’11%. Nonostante ciò, Stoltenberg ritiene che ci sia ancora molto da fare, poiché alcuni di loro devono ancora compiere progressi significativi.
In ogni caso, i paesi più virtuosi sono Stati Uniti, che spendono circa il 3,5% del proprio PIL, Polonia (3,9%) e Grecia (3,01%). Mentre anche Lituania, Finlandia, Romania, Ungheria, Lettonia, Regno Unito e Slovacchia rispettano tale vincolo, ci sono molti paesi che questo valore non lo hanno ancora raggiunto, come Lussemburgo (0,72%), Belgio (1,13%) e Spagna (1,26%). Sotto l’obiettivo del 2% ci sono Turchia, Slovenia, Canada, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro e Francia.
L’Italia è sotto il 2%. Secondo l’ultimo rapporto Nato, il rapporto tra spese militari e Pil in Italia nel 2023 è pari all’1,46% del Pil, cifra che è scesa parecchio negli ultimi anni e che sembra rimarrà stabile anche nel prossimo biennio.
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