Non è una citazione all’indimenticato brano di Nilla Pizzi ma più un tributo al miglior cliente dei fiorai di Sanremo: Blanco.
Chi, tra i pochi rimasti in Italia a non sapere cosa sia successo ieri sera sul palco dell’Ariston facciamo un piccolo resoconto. Blanco, vincitore dello scorso Sanremo con il sodalizio con Mahmood, si presenta sul palco a presentare il suo nuovo singolo: “L’isola delle Rose”. Il palco viene addobbato a tema con migliaia di rose rosse e dove presumibilmente il cantante avrebbe dovuto esibirsi come nel video della canzone: cantando e calciando rose. Facciamola breve, a causa di problemi con l’audio, Blanco non sente la sua voce, la melodia continua senza che lui continui a cantare ma continua la performance sul palco dell’Ariston stile Placebo nel 2002.
Eccallà, finisce la canzone e gran parte della platea fischia e insulta il cantante non capendo probabilmente nulla, scordandosi delle parole d’amore dategli lo scorso anno da vincitore. Teniamo in considerazione che la maggior parte delle poltrone dell’Ariston sono occupate da ultracinquantenni con la sindrome di Peter Pan ma che a tempo debito manifestano quella leggera repulsione verso qualcosa che diverge dallo stile di Carlo Conti e di Maria de Filippi.
Un festival che apre la kermesse di Sanremo in maniera politica con il solito e divisivo Roberto Benigni, con un discorso autoreferenziale e a tratti raccapricciante di Chiara Ferragni, che se si impegna riesce quasi a far passare la Leotta per intellettuale e Selvaggia Lucarelli ragionevole. Questa apertura politica ha avuto sicuramente un buon esito sul pubblico che ha incoraggiato l’influencer anche sulla sofferenza provocata dagli insulti che riceve sui social, per poi reagire in maniera peggiore degli “haters” linciando un ragazzo di vent’anni con fischi e epiteti di chi ha un’apertura mentale degna del miglior Pillon.
Detto ciò “Sanremo è Sanremo” e rimane sempre più avvincente delle primarie del Partito Democratico.
E diciamolo: + Blanco e - Schlein.
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