Nel 2011 è fallito il terzo polo di Fini, Casini e Rutelli, undici anni dopo il centro fallisce ancor prima della sua nascita.
L’accordo tra Carlo Calenda e Enrico Letta sembrava distante fino al momento della sua enunciazione, ma è ufficiale: Azione correrà con la coalizione di centrosinistra.
Carlo Calenda, l’uomo d’affari prestato alla politica aveva dato chiare indicazioni: mai con Di Maio, Bonelli e Fratoianni. Tra Calenda e i sopracitati vi sono svariate differenze, dapprima, la più importante è quella di matrice culturale. L’enfant prodige dello Stadio San Paolo di Napoli è agli antipodi di Calenda, poiché ha ostacolato in tutto e per tutto il lavoro dell’ex ministro dello sviluppo economico (in primis sull’Ilva di Taranto). Motivi più ideologici con Bonelli, capo dei Verdi, visto che Calenda è a favore del nucleare, e Fratoianni, ideologicamente comunista, opposto alla visione liberale del capo politico di Azione.
Continuano gli incontri di Letta con Di Maio e Tabacci da una parte e Bonelli e Fratoianni dall’altra, ad ora i punti elettorali del centro sinistra sono: divisione dei collegi (70% Letta; 30% Calenda); diritto di tribuna per i leader della coalizione; sostegno all’Ucraina e agenda Draghi; riforma del RdC; Sì a rinnovabili e rigassificatori.
Agli occhi dei più la scelta di Calenda trova poco fondamento e poca lungimiranza poiché quello spazio al centro che tanto decanta ancora Matteo Renzi è reale. Difatti a quest’ultimo bisogna rendere merito del fatto che, dopo le promesse non mantenute in seguito al referendum del 2018, ha mantenuto una linea coerente, politicamente parlando.
Calenda perde, ad ora, quella possibilità a livello elettorale di attrarre i malcontenti del bipolarismo tra centrosinistra e centrodestra, soprattutto da quest’ultimo, visto gli ingressi in Azione di Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna (con l’ombra di Brunetta).
Se dovessero entrare nella coalizione anche Di Maio, Bonelli e Fratoianni, a Calenda potrebbe riuscire una doppia magia perdere credibilità e elettorato. Chissà se da domani inizierà a manifestare contro il nucleare, ai posteri l’ardua sentenza.
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