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Kashmir, la crisi che riaccende la miccia delle tensioni: il rischio di un nuovo scontro tra India e Pakistan nel 2025

Il 22 aprile 2025, la regione del Kashmir è tornata a essere seriamente, per la prima volta dal 1999, l’epicentro di una crisi regionale con potenziali conseguenze globali. Un attacco terroristico nella località turistica di Pahalgam, nel Kashmir amministrato dall’India, ha causato la morte di 25 persone, tra cui diversi turisti e civili locali. L’azione violenta, che ha scioccato l’opinione pubblica indiana e internazionale, ha riacceso tensioni sopite tra India e Pakistan, due potenze nucleari storicamente in conflitto per il controllo del Jammu e Kashmir. A quasi un mese dall’accaduto, la crisi ha assunto proporzioni diplomatiche e militari preoccupanti, minacciando la fragile stabilità del subcontinente indiano.


Secondo le autorità indiane, l’attacco è stato rivendicato dal gruppo The Resistance Front (TRF), considerato una riedizione del più noto Lashkar-e-Taiba, organizzazione jihadista accusata di essere responsabile degli attacchi di Mumbai del 2008. Il governo indiano ha immediatamente attribuito l’attacco a una rete di milizie operanti dal territorio pakistano e ha accusato Islamabad di continuare a sostenere, seppur indirettamente, il terrorismo transfrontaliero.

 

La risposta indiana è stata fulminea. Il 9 maggio, Nuova Delhi ha lanciato la cosiddetta “Operazione Sindoor”, una serie di attacchi mirati su presunte basi terroristiche nel Kashmir amministrato dal Pakistan e in alcune aree del Punjab pakistano. Secondo fonti ufficiali indiane, l’operazione ha colpito nove obiettivi strategici, tra cui depositi d’armi, centri di addestramento e rifugi di miliziani. Il governo indiano ha presentato l’intervento come una “azione difensiva preventiva” giustificata dal diritto all’autodifesa contro minacce imminenti. Il Primo Ministro Narendra Modi ha enfatizzato l’intransigenza verso ogni forma di terrorismo, riaffermando la sovranità indiana su tutta la regione del Kashmir.

 

Islamabad, da parte sua, ha condannato l’operazione come una violazione della sovranità nazionale e del cessate il fuoco del 2021 mediato dagli Stati Uniti. Le autorità pakistane hanno denunciato la morte di civili, inclusi due bambini e un imam locale, in un attacco che ha colpito un complesso religioso nella periferia di Muzaffarabad, capitale del cosiddetto Azad Kashmir. Il ministro degli Esteri pakistano ha convocato l’ambasciatore indiano a Islamabad e ha sollecitato l’intervento urgente delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.

 

Le tensioni si sono rapidamente trasformate in scontri armati lungo la Linea di Controllo (LoC), la linea di demarcazione de facto tra i due paesi in Kashmir e stabilita col trattato di pace del 1948. Diversi villaggi sono stati evacuati su entrambi i lati, mentre si sono registrati bombardamenti reciproci e l’impiego di droni armati. Le autorità indiane hanno dichiarato che le proprie forze hanno intercettato e abbattuto almeno tre UAV pakistani che avrebbero violato lo spazio aereo indiano nella regione di Rajouri. Al tempo stesso, fonti pakistane hanno accusato Nuova Delhi di avvalersi di artiglieria a lungo raggio contro infrastrutture civili nei pressi di Rawalakot.

 

Al culmine di questo nuovo episodio di escalation, l’India ha annunciato la sospensione unilaterale del Trattato delle Acque dell’Indo del 1960, firmato con la mediazione della Banca Mondiale. L’accordo, considerato uno dei pochi strumenti di cooperazione bilaterale tra India e Pakistan, regola la gestione congiunta dei sei fiumi che compongono il sistema fluviale dell’Indo. La decisione ha suscitato allarme a Islamabad, che dipende in misura considerevole dall’acqua dell’Indo per l’irrigazione agricola e la produzione di energia idroelettrica. Il ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar ha giustificato la sospensione come “inevitabile” finché il Pakistan non interromperà il presunto sostegno a gruppi armati ostili.

 

Il rischio di una guerra aperta, seppur non imminente, appare più concreto che mai. Gli Stati Uniti, i quali beneficiano di buone relazioni strategico-diplomatiche con entrambi i paesi, hanno espresso preoccupazione e hanno tentato di riattivare i canali diplomatici come fatto nel 2019 dopo un analogo episodio di conflitto. Tuttavia, l’amministrazione statunitense ha scelto una posizione di neutralità, ritirando l’offerta di mediazione diretta e chiedendo ai due governi di “rispettare gli impegni internazionali e ridurre l’uso della forza”.

 

Anche la Cina, potenza regionale con forti legami economici e strategici con il Pakistan e interessi territoriali nella regione del Ladakh, ha lanciato un appello alla conciliazione. Tuttavia, il ruolo di Pechino è ambiguo: da un lato invoca stabilità, dall’altro non ha condannato esplicitamente le azioni pakistane. In questo contesto, il conflitto in Kashmir si trasforma in una tessera di un mosaico geopolitico più ampio, in cui le rivalità locali si intrecciano con le dinamiche globali tra grandi potenze.

 

A livello interno, la narrativa nazionalista e securitaria indiana ha trovato terreno fertile, anche tra le opposizioni, che hanno sostenuto l’operazione Sindoor come risposta necessaria. Tuttavia, si registrano anche voci critiche da parte della società civile e di alcuni esperti in diritto internazionale, che mettono in dubbio la proporzionalità della risposta e i rischi per la popolazione civile.

 

In Pakistan, il governo di Shehbaz Sharif è apparso più isolato. La pressione dell’opinione pubblica e delle frange religiose più radicali lo spinge verso una reazione più decisa, mentre l’esercito pakistano, vera colonna vertebrale del potere statale, mantiene una posizione di ambiguità strategica. La narrativa del martirio e della resistenza islamica torna centrale nei media pakistani, alimentando un nazionalismo religioso che rischia di degenerare in ulteriore violenza.

 

Nel frattempo, la situazione umanitaria in Kashmir peggiora. Secondo dati preliminari forniti dalla Croce Rossa Internazionale, oltre 20.000 civili sarebbero stati sfollati dalle aree di confine a causa dei bombardamenti. I blackout elettrici, l’assenza di accesso all’acqua potabile e l’interruzione delle vie di comunicazione contribuiscono a una crisi latente, che rischia di passare inosservata a livello globale.

 

Questa crisi solleva interrogativi fondamentali sull’efficacia del diritto internazionale umanitario e sul ruolo delle organizzazioni multilaterali in contesti di conflitto asimmetrico tra Stati. Le Nazioni Unite, finora, si sono limitate a esprimere “grave preoccupazione” senza prendere posizione o inviare missioni sul campo. Anche la Banca Mondiale, garante del Trattato delle Acque dell’Indo, non ha ancora emesso una dichiarazione ufficiale.

 

Il conflitto indo-pakistano del 2025, sebbene ancora contenuto nei confini del Kashmir, rappresenta una sfida alla sicurezza collettiva e all’ordine internazionale basato sulle regole. Esso dimostra come le crisi locali, alimentate da tensioni etniche, religiose e storiche, possano rapidamente trasformarsi in minacce sistemiche. La questione del Kashmir, irrisolta da oltre 75 anni, continua a essere una ferita aperta non solo per l’Asia meridionale, ma per l’intero sistema internazionale.

 

In conclusione, la crisi attuale evidenzia l’urgenza di un meccanismo di dialogo multilaterale permanente, che superi l’approccio bilaterale fallimentare degli ultimi decenni. Solo un impegno condiviso per la de-escalation, il rispetto del diritto internazionale e la centralità dei diritti umani potrà evitare una catastrofe di proporzioni ben più gravi. Finché l’India e il Pakistan continueranno a considerare il Kashmir come un territorio da conquistare e non come una comunità da tutelare, la pace rimarrà un’illusione.

 

 

REFERENCES

 

• Al Jazeera. (2025, May 11). India-Pakistan live: Pakistan committed to truce; India claims breaches. https://www.aljazeera.com/news/liveblog/2025/5/11/india-pakistan-live-pakistan-committed-to-truce-india-claims-breaches

 

• BBC News. (2025, May 7). What we know about India's strikes on Pakistan and Pakistan-administered Kashmir. https://www.bbc.com/news/articles/cj6868pdpw4o

 

• CNN. (2025, May 10). India launches Operation Sindoor after Kashmir attack. https://edition.cnn.com/world/live-news/india-pakistan-operation-sindoor-05-10-25

 

• Council on Foreign Relations. (2025). Conflict Between India and Pakistan. https://www.cfr.org/global-conflict-tracker/conflict/conflict-between-india-and-pakistan

 

• Sky News. (2025, May 10). Kashmir terrorist attack: What happened and how have India and Pakistan reacted?https://news.sky.com/story/kashmir-terrorist-attack-what-happened-and-how-have-india-and-pakistan-reacted-13355235

 

• ABC News. (2025, May 12). Why India and Pakistan are fighting over the Kashmir region again. https://www.abc.net.au/news/2025-05-12/why-india-pakistan-fighting-kashmir-region-history/105277862

 

• Reuters. (2025, April 24). What is the Indus Waters Treaty between India and Pakistan? https://www.reuters.com/world/asia-pacific/what-is-indus-waters-treaty-between-india-pakistan-2025-04-24

 

• Times of India. (2025, May 16). Indus treaty on hold till Pak stops exporting terror: Jaishankar. https://timesofindia.indiatimes.com/india/indus-treaty-on-hold-till-pak-stops-exporting-terror-jaishankar/articleshow/121196820.cms

 
 
 

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