Ormai pare certo che la Misura di Inclusione Attiva (MIA) andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, a partire da settembre 2023, termine ultimo dei 7 mesi di proroga concessi dalla legge di bilancio 2023 dopo l'abrogazione della legge sul RdC.
Ma, nel concreto, cosa cambierà?
Innanzitutto, basterà un solo diniego ad una proposta di lavoro definita "congrua" (sulla definizione di congrua si discuterà in fase di definizione della legge); un secondo elemento che pare certo, è l'obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro per minorenni con almeno 16 anni di età e maggiorenni fino ai 60 anni; per quanto riguarda l'ISEE, la soglia dovrebbe abbassarsi dagli attuali 9360 attuali ai 7200 previsti, tagliando circa il 30% dei beneficiari, riequilibrando tra nuclei famigliari più ampi e single
(ricordiamo come il RdC fosse molto generoso con i nuclei monofamiliari).
Insomma, nel complesso - dalle prime bozze - pare una riforma che va nella giusta direzione, anche se sulle politiche attive per il lavoro resta molto da fare.
Si spera che non vengano, ancora, inserite all'interno di una misura di sostegno al reddito. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
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