Ci risiamo, settembre: vacanze finite e si riinizia a parlare di politica e problemi. Settembre significa anche che nei prossimi quattro mesi si parlerà di manovra e legge di bilancio. La situazione dell’Italia non è facile: l’economia rallenta e l’Europa rallenta – da monitorare cosa succede in Germania. Le risorse non abbondano a Roma, infatti si sta parlando di privatizzazioni per finanziare la manovra del 2024. Eppure è difficile immaginare che il governo guidato dal Presidente Giorgia Meloni rinunci a qualsiasi misura di controllo sull’economia locale: il risultato potrebbe essere una privatizzazione molto ridotta.
L’Italia, inoltre, è alle prese con un debito che supera il 140% del Pil e il valore di mercato delle partecipazioni statali potrebbe essere di circa 50-60 miliardi di EUR. Le politiche della Meloni, tuttavia, non abbracciano del tutto il libero mercato, basti ricordare la tassa sugli extraprofitti delle banche annunciata quest’estate e il tetto sul prezzo dei voli aerei interni che ha portato alla polemica con Ryanair.
Altro elemento da tenere in considerazione è che le normative italiane sul debito creano disincentivi alle vendite; i proventi derivanti dalla vendita di asset non possono finanziare i deficit di bilancio, possono solo essere conteggiati per compensare il debito. In questa situazione, anche decine di miliardi di euro sarebbero una goccia nell’oceano rispetto ai 2,8 trilioni EUR di debito.
Le scelte non possono che ricadere su operazioni stile ITA-Lufthansa; MPS dovrebbe essere la prossima e chissà quale dopo.
Insomma, i soldi sono pochi e la situazione economia generale è piuttosto complessa.
Ci attendono tempi difficili e non ci possiamo aspettare di certo manovre espansive come abbiamo visto durante il Covid. Anche l’aumento dei tassi d’interesse per fronteggiare l’inflazione non incoraggia politiche espansive, poiché indebitarsi adesso costa di più.
#diversaita#governomeloni
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